Oggi rimangono le sue fotografie in bianco e nero di luoghi urbani, dalla linearità perfetta di una piscina agli edifici distrutti dalla guerra. Con una laurea in architettura e la passione per la fotografia analogica, Gabriele Basilico è diventato la voce delle periferie e degli spazi cittadini. Nato sul finire della Seconda Guerra Mondiale, nel ’44, ha assistito in giovinezza al boom economico e al conseguente ingrandimento delle città.
Mentre queste pensavano ad abbellire il proprio centro, le periferie pagavano il prezzo dell’immigrazione di massa e del degrado. Di fronte alla generale percezione negativa di questi luoghi, Basilico vi ha visto poesia e un’anima vergine. Gli edifici sono lo scheletro della società urbana, e l’attenzione all’architettura ha portato il fotografo a congelare per sempre nelle sue opere un pezzo di storia.
Famoso non solo in patria, si è fatto conoscere bene anche in ambiente internazionale. Nel 1991 ha raggiunto il picco di visibilità grazie al suo reportage su Beirut, capitale devastata a un anno dalla fine della guerra civile libanese. Ha fotografato i quartieri popolari di Shangai, i sobborghi di Istanbul, il ponte di Porto, grattacieli a Parigi e molti altri luoghi.
Basilico ci ha lasciati il 13 febbraio scorso dopo una lunga carriera. Il più grande regalo che possiamo fare a questo grande artista è rendere pubblica la sua ricerca e chiedere a gran voce una mostra a lui dedicata nelle principali città italiane.
Quando sei poeta nell’anima cogli la poesia in ogni momento e dovunque perchè la realtà è poesia se ne sai cogliere i particolari.
Love
L
Ma che belle foto! La geometria dei palazzi in armonia (o in contrasto?) con il caos delle vite degli uomini…
È una nobile e bella richiesta la tua, speriamo si avveri.
Amo le foto di Basilico, ho avuto l’onore ed il piacere di vedere l’ultima sua mostra, a Villa Pignatelli a Napoli (si è conclusa ad inizio gennaio). Ero da solo di fronte alla meraviglia del progetto Bord de Mer, opere dalla magnificenza e dal silenzio irreplicabili. Credo sia la sua più importante eredità.
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Oltre alla sua morte mi ha rattristata il fatto che quasi nessuno lo conoscesse.
sheragraziedelricordochecihailasciatodilui
bellissime foto! Grazie per avemri fatto scroprire questo artista!
un domanda: ma la piscina è a Berlino?
Si, la piscina dovrebbe essere a Berlino. Non riesco a trovare il nome purtroppo!
a me sembra la piscina di Gartenstr. che ora è dedicata a James Simon (ne ho parlato qui http://berlino101.wordpress.com/2013/02/08/nefertiti-e-la-piscina-comunale/). Una delle piscine più belle di Berlino, nonché la prima “moderna”.
Già sembra proprio quella, svelato l‘arcano!
Avevo letto della sua morte, un grandissimo fotografo senz’ombra di dubbio.
Se ho tempo cercherò di dedicargli anche io qualche riga sul mio blog
Non lo conoscevo, grazie per averne parlato 🙂 Solo un piccolissimo appunto: ma la Grande Guerra non è la Prima Guerra Mondiale?
Grazie per la segnalazione, per questa svista mi merito un bel 3 in storia! Comunque alla fine la seconda è stata più grande in tutti i sensi della prima, ma non siamo abbastanza importanti per cambiare i termini! Per ora prendo un po’ di licenze…