C’è un punto della penisola italiana in cui gli Appennini si riversano nel mare quasi a voler conquistar le onde del mar Mediterraneo. Questi monti, che ricordano più alte colline, creano valli percorse da torrenti o fiumi che scorrono su grossi ciottoli. La scogliera che finisce in mare è un paesaggio comune, quando ci troviamo in Liguria.
In questa regione dalle origini antiche e virtuose, l’uomo si è unito al territorio. Una regione dolce, con la terra fertile e il sole caldo, e terribile, quando le nubi minacciose si svuotano sulle alture. Genova, la capitale politica e culturale di questa regione, è stata per un momento regina del grande Mar Mediterraneo, fonte di ricchezze e di pericoli. In città come nei paesini, l’uomo ha dovuto lottare con la montagna, costruendo vie di collegamento lungo la spina dorsale degli ammassi di roccia. La piccola viuzza, che sembra più mulattiera, è la famosa crêuza.
Anche senza essere liguri, conosciamo questa parola perchè è anche il titolo della canzone del 1984 scritta da Fabrizio De Andrè. Il dialetto genovese è per la maggior parte di noi poco comprensibile, ma il fascino di questa lingua di mercanti, di carpentieri e di uomini di mare colpisce nel profondo. La canzone parla infatti del mare e del viaggio, due componenti indissolubili che legano la città con il territorio circostante. Proprio questa attività ha delineato il carattere multietnico di Genova, e per questa ragione sentiamo richiami in lingua africana nel corso della canzone, ma anche suoni registrati al mercato del pesce locale.
Il legame tra la terra e il mare lo dà la Crêuza de mä, che si crea quando il mare è mosso, tra un’onda e un’altra. Nel viottolo immaginario che si crea tra i flutti, passano attraverso le paure, le emozioni e la fortuna di tutto un popolo. E non c’era modo migliore di condensare in una singola canzone l’anima di questa grande città, la Zena di De Andrè.
deliziosa e superba, come genova. grazie 🙂
Da genovese, apprezzo particolarmente quello che hai scritto e lo hai scritto bene : )) La canzone di De Andrè è molto bella, se ascolti il finale dell’ultima traccia del disco “Da a me riva”, molto più malinconica e toccante, potrai sentire le onde del nostro mare : )
Bellissima e mirabile descrizione di quello che considero uno tra i più belli capolavori di Fabrizio
Mancavo da un po’ ma rientrare ed essere avvolta da quest’atmosfera di magia, Grazie!
sherazadesenzapaole
Bellissimo il modo in cui descrivi la mia Genova…. a questo punto devi fare una passeggiata in via del Campo, ora dedicata ai cantautori genovesi…. 🙂
Hai ragione, non ho mai avuto occasione di andarci. Una visita é d’obbligo!
Davvero bello questo articolo…
adoro questa canzone, musicale e dolce come le onde del nostro mare…
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Un blog da contemplare…Genova la bella…Fabrizio De Andrè suo migliore poeta nel secolo scorso.
una canzone che adoro buonanotte
fantastica la canzone, indescrivibile Lui.
ly