Il pane di Altamura, una poesia di grano duro dall’entroterra pugliese.

Al giorno d’oggi non è difficile trovarlo in tutta Italia e chiunque ne ha assaggiato almeno una fetta, dopo averne sentito il profumo da diversi metri. Parliamo del pane di Altamura, che prende il nome del paese in provincia di Bari in cui è stato creato.

Nella sua forma bassa (detta a cappidde de prèvete, a cappello di prete) può essere considerato la concretizzazione dell’idea di pagnotta classica, ma lo si trova anche la forma alta: U sckuanète (pane accavallato). L’inconfondibile aroma è dato in parte da lievito madre con cui è prodotto, cioè un pezzo di pasta rimosso dalle precedenti preparazioni, messo a riposo e aggiunto alla nuova pasta.  In questo modo si conservano lieviti e batteri lattici anche per decenni, microrganismi che con la loro attività rendono acida la pasta. Per l’impasto viene utilizzata la semola di grano duro, che conferisce un sapore deciso al pane.

Il pane di Altamura è un prodotto della cucina popolare tipicamente italiana: le massaie preparavano l’impasto in casa, imprimendo un marchio sulla forma. L’impasto veniva raccolto con un carretto dal fornaio che provvedeva a cuocerlo e riconsegnarlo alle famiglie di appartenenza. Anni e anni di infornate hanno fatto il resto.

Dal 2005 ha ricevuto la DOP, il primo in Europa per questo settore. Come al solito il disciplinare prevede una serie di caratteristiche che rendono unico il pane di Altamura. Il grano duro utilizzato per la produzione deve provenire esclusivamente dai Comuni di Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini, Spinazzola e Minervino Murge, in provincia di Bari.

Il consiglio è quindi di diffidare dalle imitazioni e decidere solo in che forma gustarlo!

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9 commenti su “Il pane di Altamura, una poesia di grano duro dall’entroterra pugliese.

  1. Reblogged this on altriterritori and commented:
    Anche questa è poesia! Patrimonio culturale.

  2. Levysoro ha detto:

    Buonissimo!
    Sono stato ad Altamura l’anno scorso per lavoro ed ho potuto apprezzare la bontà di quel pane.
    Un altro bel colpo Luca, complimenti.

    Luca

  3. Amor et Omnia ha detto:

    è buonissimo… uno dei sapori della mia infanzia..

  4. turese ha detto:

    un buon taglio narrativo per gustare un prodotto simbolo di una civiltà contadina. Un impegno nobile per far comprendere le qualità del mady Italia. Puntare i riflettori sulla positività delle azioni può rallentare la crescita del non fare.

  5. fulvialuna1 ha detto:

    Un pane meraviglioso, da una terra meravigliosa.

  6. sarahmaria76 ha detto:

    Oh mamma, mentre leggevo mi veniva voglia di mangiarne un pezzetto! Bella descrizione dei sapori! 😉

  7. Posso io Pugliese DOC non votare questo pane??? E tutte le delizie di questa splendida terra? ★★★★★ Davvero un bel Blog, interessante e piacevole:-) Quando vuoi, la mia cucina è sempre aperta:-) GRAZIE per essere passato a trovarmi:-)

  8. rpapac ha detto:

    Ti sembrerà strano sono stata in Puglia, ma non ho assaggiato il pane di cui tu parli. Sarà per la prossima volta se ci ritorno.

  9. marzia ha detto:

    L’ha ribloggato su Alchimiee ha commentato:
    Un post per non dimenticare certe nostre prelibatezze!

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