Passeggiando a Milano per le vie del centro di sera, accarezzati da una leggera brezza alpina, ci si può imbattere in grossi viali abbelliti da palazzi settecenteschi. Guardando un po’ più là, tra le antenne dei nuovi grattacieli in costruzione, si distingue un puntino giallo: la Madunina.
In cima alla guglia, tutta sola e superata in altezza da edifici moderni, la Madonnina vigila sui milanesi storici e sui nuovi arrivati. Chi in chiesa ci va e chi non ci va si sente comunque a casa quando vede questa splendente statua in cima al proprio Duomo.
Ora che i restauri stanno volgendo al termine la si può ammirare in tutta la sua bellezza e non si può fare a meno di fischiettare spensierati “Oh mia bela Madunina“, canticchiando in milanese grossolano.
La canzone è stata scritta dal pianista Giovanni D’Anzi nel 1934, a cui veniva chiesto di suonare canzoni napoletane dai nuovi immigrati del Sud Italia. E allora ecco una canzone dal tono ironico ma che è anche un inno a quella parte scherzosa di una grande città, quella che D’Anzi definiva, non a torto, un gran Milan.