E dire che nel prestigioso museo parigino, la sezione italiana rappresenta il gioiello di punta di tutto il percorso espositivo. Un museo moderno, ben pubblicizzato e visitato da molti dei tanti turisti che affollano la città in ogni parte dell’anno. Ma cosa succede da questa parte delle Alpi? A rigor di logica, il paese fonte di tanta ricchezza dovrebbe navigare nell’oro e vivere di rendita del proprio patrimonio. Non proprio. Nella situazione attuale, bisogna fare un passo indietro e chiedersi cosa manca nella comunicazione.
Il Meridione d’Italia, ricco di moltissimi siti archeologici risalenti al neolitico, all’età del ferro, al periodo di formazione della Magna Grecia e delle civiltà nuragiche e via dicendo, non è altro che il simbolo di un vastissimo patrimonio non valorizzato: un sogno per il turismo culturale a cui quasi si vuole impedire la fruizione di questi siti. Una intelligente campagna promozionale potrebbe sfruttare solo i Bronzi di Riace per risollevare l’economia di tutta l’area, ma la fantasia lascia spazio alla amara realtà: gli incassi di tutti i musei pubblici italiani sono inferiori a quelli del solo Louvre.
Questa triste e dura constatazione deve essere un monito per la politica. C’è un grande problema che ha bisogno urgente di soluzioni, e a queste si arriva anche attraverso pressioni da parte dell’opinione pubblica.