Nel 1906, a Milano si è tenuta la prima Esposizione Internazionale nella storia della città con tema riguardante i trasporti. In quell’anno è stato completato il traforo del Sempione, un tunnel lungo quasi 20 km che è stato per 76 anni consecutivi la galleria ferroviaria più lunga del mondo, che ha unito il centro economico lombardo alla Parigi in piena Belle Époque.
L’evento si è tenuto nell’area adiacente al Castello Sforzesco, dove oggi si trova il parco Sempione. In quell’occasione non solo la città, ma l’Italia intera si è messa in mostra al mondo con una grande determinazione e speranza, in un epoca non ancora lacerata dalle due guerre mondiali. Oggi, in piena crisi e a oltre cent’anni dall’ultima esposizione, Milano torna in scena a livello mondiale con Expo 2015.
Il tema scelto è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, un tema vastissimo che deve affrontare diversi problemi di natura economica, sociale e politica. L’alimentazione è un tema caro a quelli che come me la studiano, ma sopratutto agli italiani in generale che anche in questa occasione possono mostrare al mondo i valori e le forme messe in campo nell’ambito dell’alimentazione: dalle antiche tradizioni alle aziende di successo su scala globale. Nel mondo tuttavia c’è ancora malnutrizione nei paesi meno sviluppati e sovralimentazione nei paesi più ricchi. Le soluzioni messe in campo sono molteplici e spesso controverse: dagli OGM, su cui grava un grande dibattito riguardo i loro benefici e il prezzo da pagare per il loro utilizzo, alle colture intensive con fertilizzanti innovativi, allo sviluppo dell’industria energetica legato all’agricoltura e così via.
Di fronte a questa grande mole di elementi su cui discutere, trovare soluzioni e strategie, Milano e l’Italia devono essere pronte ad affrontare questo appuntamento con successo, far entusiasmare e superare i risultati ottenuti dall’esposizione di cento anni fa. Mancano circa 700 giorni all’Expo 2015 e nei prossimi mesi parleremo di molte cose che ruotano attorno a questo evento che riguardano la nostra cultura e il nostro futuro.
Il governo e le istituzioni si sono mostrate attente alla buona riuscita dell’Expo 2015, ma il successo dipende anche da noi cittadini, che ormai non dobbiamo più guardare il giardino sotto casa ma molto, molto più in là. La sfida l’abbiamo raccolta nel 2010 e dobbiamo essere pronti per superarla.