Atmosfera: il Friuli Venezia Giulia

Oggi per la sezione Atmosfera ci occupiamo del Friuli Venezia Giulia, l’unica regione d’Italia influenzata dal mondo slavo. Una regione dalla crosta dura nata, cresciuta e resa prospera dal sacrificio e dal lavoro. Una pianura che non è più Padana, ma che acquista quella dimensione internazionale data dalle relazioni con i paesi confinanti. Dall’Impero romano alla sua caduta, dal dominio veneziano alle devastanti guerre mondiali, questa regione è stata terra di contadini e pescatori, di gente semplice ma di una laboriosità proverbiale.

Oggi nel Friuli Venezia Giulia il benessere è diffuso e le principali città sono sede di numerose multinazionali dall’alimentare all’assicurativo, che guardano con ambizione all’Europa Orientale fiutandone le potenzialità commerciali. La regione si stende dalle Dolomiti, teatro di una guerra ormai lontana, fino ad arrivare alle basse coste che si affacciano sull’Adriatico. Qui il porto dell’industriosa Trieste vuole tornare ad essere il motore della città degli scrittori, tuttora guidato dalle grandi società. Più in là, il paesaggio lunare creato dal letto del grande fiume Tagliamento unisce le tre anime del Friuli Venezia Giulia: montagna, pianura e mare.

Una regione che ha avuto la sfortuna di essere teatro degli umori della politica e degli scontri di soldati accorsi tutta la penisola, ed essere colpita anche dalla furia degli elementi con il disastro del Vajont, esattamente 50 anni fa tra pochi giorni. Una regione macchiata dal sangue e cresciuta col sudore, ma che si concede attimi di pura allegria gustando bicchieri di Pinot dei numerosi vigneti locali e perdendosi nei vivacissimi e numerosi balli popolari.

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Sesia-Val Grande conquista il titolo di geoparco UNESCO

La notizia è di qualche settimana fa, ma l’eco mediatico si è consumato velocemente. Innanzitutto, bisogna prima capire l’importanza del riconoscimento che la Val Grande (assieme al fiume Sesia che la attraversa) ha ottenuto. Un geoparco è una porzione di territorio che presenta un patrimonio geologico notevole e un modello sviluppo socio-economico sostenibile (ad esempio attraverso l’agriturismo e il geoturismo).

In un’epoca in cui “sostenibilità” è un termine ormai diventato di uso comune, queste iniziative vogliono premiare una gestione del territorio che riesca a sfruttare l’importanza del luogo senza stravolgere l’equilibrio tra natura e attività umane. Questo equilibrio, in Val Grande, appare più spostato verso la natura. Si ha l’impressione di lasciarsi dietro la civiltà per immergersi in una valle delimitata da verdi dirupi, grandi foreste e intime distese di prati. Sembra strano che proprio in questa valle si sia consumato uno dei rastrellamenti da parte dei nazisti più cruenti della Seconda Guerra Mondiale ai danni della Resistenza. Oggi queste contrapposizioni le abbiamo alle spalle.

Il recupero di queste zone che, passandomi il termine, definirei incantate è sacrosanto perchè tracciano un modello di conservazione importantissimo. Un modello che dovrebbe essere applicato per tutelare le numerosissime aree di interesse turistico oggi in pericolo nel nostro paese. Il Geoparco Sesia-Val Grande è stato insignito del titolo patrocinato dall’UNESCO lo scorso 5 settembre, e va ad aggiungersi alla lista internazionale dei geoparchi. Con l’autunno la Val Grande sarà ancora, se possibile, più affascinante: motivo per cui non sarebbe una brutta idea organizzare a breve un’escursione.

Pontificia Fonderia Marinelli, l’azienda più antica del mondo. 1339.

Agnone è un piccolo borgo in cima ad una collina in Molise, nell’Italia centrale. Questa cittadina ospita una delle più antiche aziende del mondo, la Pontificia Fonderia Marinelli. Come fa intuire il nome, è stata insignita del titolo “Pontificia” nel 1924 dal Vaticano per l’importanza che questa fonderia ha avuto per la Chiesa. Ma la storia di questa azienda inzia molto prima.

Già nel 1040 esiste ad Agnone una fonderia, che confluisce nella Pontificia Fonderia Marinelli nel 1339. Sin dal medioevo, l’azienda sforna campane per gli edifici più disparati: la prima campana della Torre di Pisa, una per l’abbazia di Montecassino dopo i danneggiamenti della Seconda Guerra Mondiale, la campana del Giubileo del 2000 e molte altre. Le campane Marinelli si possono trovare in ogni angolo del mondo, tutte realizzate seguendo l’antica tecnica scultorea a cera persa che le ha rese famose. Oggi il 90% degli ordini arriva dalla Chiesa Cattolica Romana, e non si limita solo alle campane ma anche a bassorilievi, portali e altri manufatti in bronzo.

La Pontificia Fonderia Marinelli rappresenta il primo esempio al mondo di un’azienda a carattere familiare con le  tecniche di lavorazione tramandate di padre in figlio. Questa organizzazione caratterizza tutt’oggi la spina dorsale economica del nostro paese: la propria forza, per la diversità e il know how, e la propria debolezza, per gli investimenti esigui e la scarsa internazionalizzazione. Un esempio quindi di come la tradizione possa abbracciare l’economia: un punto saldo da sviluppare per portare la qualità non solo all’interno dei nostri confini, ma anche nel mondo.

Gabriele Basilico, Fotografo dell’Anima Urbana.

Oggi rimangono le sue fotografie in bianco e nero di luoghi urbani, dalla linearità perfetta di una piscina agli edifici distrutti dalla guerra. Con una laurea in architettura e la passione per la fotografia analogica, Gabriele Basilico è diventato la voce delle periferie e degli spazi cittadini. Nato sul finire della Seconda Guerra Mondiale, nel ’44, ha assistito in giovinezza al boom economico e al conseguente ingrandimento delle città.

Mentre queste pensavano ad abbellire il proprio centro, le periferie pagavano il prezzo dell’immigrazione di massa e del degrado. Di fronte alla generale percezione negativa di questi luoghi, Basilico vi ha visto poesia e un’anima vergine. Gli edifici sono lo scheletro della società urbana, e l’attenzione all’architettura ha portato il fotografo a congelare per sempre nelle sue opere un pezzo di storia.

Famoso non solo in patria, si è fatto conoscere bene anche in ambiente internazionale. Nel 1991 ha raggiunto il picco di visibilità grazie al  suo reportage su Beirut, capitale devastata a un anno dalla fine della guerra civile libanese. Ha fotografato i quartieri popolari di Shangai, i sobborghi di Istanbul, il ponte di Porto, grattacieli a Parigi e molti altri luoghi.

Basilico ci ha lasciati il 13 febbraio scorso dopo una lunga carriera. Il più grande regalo che possiamo fare a questo grande artista è rendere pubblica la sua ricerca e chiedere a gran voce una mostra a lui dedicata nelle principali città italiane.

“Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi

Sostiene Pereira è un sintagma, ma anche il nome di un libro e del film ad esso ispirato. Antonio Tabucchi è invece il nome di chi l’ha scritto, un pisano del ’43 follemente innamorato del Portogallo. Il colpo di fulmine scatta su una bancarella vicino alla Gare de Lyon, nel periodo in cui Trabucchi frequenta la Sorbona di Parigi. Qui acquista uno scritto di Fernando Pessoa, uno dei più celebri poeti del Portogallo.

La passione per lo scrittore lo porta a Lisbona e quindi decide di impararne la lingua. Tabucchi quindi si laurea nel 1969 e torna in italia per specializzarsi alla Normale di Pisa, andando in seguito ad insegnare portoghese a Bologna. Da quel momento in poi incomincia la prolifica attività di scrittore, che lo porta nel 1994 a pubblicare il capolavoro Sostiene Pereira.

La storia racconta del dottor Pereira, un giornalista portoghese, e la sua decisione di assumere un giovane di origine italiana per scrivere necrologi anticipati di personaggi famosi. Siamo nel 1938: in Portogallo comanda Salazar e l’Italia è sotto il fascismo da parecchi anni. Pereira, per la riluttanza ad occuparsi di politica, all’inizio non viene turbato dal regime, ma l’arrivo dell’italiano e della sua rivoluzionaria fidanzata lo porteranno a conoscerne i lati oscuri e a reagire.

Il film è del 1995 ed è impreziosito da Marcello Mastroianni, nella parte del Dottor Pereira, e dalle musiche di Ennio Morricone. L’opera racconta un pezzo di storia europea in modo originale, e ci riporta in quegli anni terribili mostrandoci un paese la cui dittatura é meno chiaccherata, ma non per questo meno brutale.

“La Sera Fiesolana” di Gabriele D’Annunzio. 1889.

Gabriele D’Annunzio è uno di quegli uomini che nascono una volta ogni secolo, fanno un gran polverone e se ne vanno portando con se tutta un’epoca a cui hanno dato un carattere. Questo è l’uomo del Volo su Vienna, dell’Impresa Fiumana, dell’Irredentismo spinto e del Fascismo agli albori.

Di lui s’è detto di tutto. Si passa dai grandi elogi della borghesia che s’accalcava per vedere autografato la propria copia de Il Piacere, alle accuse di altre componenti della società che gli davano del guerrafondaio schiavo del proprio ego smisurato. Molti in quell’epoca volevano scrivere come faceva lui, affollavano teatri colonizzati dai suoi drammi e si riempivano le case di costose chincaglierie che solo gli esteti potrebbero acquistare.

La storia non ha nè premiato nè condannato quest’uomo dalla personalità unica, e noi che ci occupiamo di cultura passiamo in rassegna delle opere che ci ha lasciato.

Recitata dal buon vecchio Gassman, oggi ascoltiamo  “La sera fiesolana”. Siamo nel 1889, in pieno Periodo Romano, anno in cui D’Annunzio compone questa poesia ed fa stampare Il Piacere. Non male come annata per il Vate, la cui carriera da questo momento in poi è tutta in ascesa.

Non siamo a scuola ed evitiamo commento e parafrasi, piuttosto cerchiamo di cogliere nella poesia gli eccessi di quel periodo, grazie ad un poeta che alla fine è stato voce di tutto un popolo in fermento.

Le Pagelle e i Quaderni dei Nostri Nonni in Formato Digitale

MIUR è l’acronimo di Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, fondato nel 1861 dall’allora governo della destra storica guidata dal grande Cavour. Il MIUR, assieme a quello della Salute, è il ministero che viene prediletto quando si parla di tagli alla spesa pubblica. Ormai da quasi 152 anni questo importante organo vigila sull’istruzione italiana, rilevandone le altezze e le bassezze.

Fortunatamente i continui tagli non impescono a certe iniziative di venire alla luce: in onore dei 150 anni dell’Unità d’Italia e della fondazione del ministero, vengono digitalizzate le pagelle, registri e documenti scolastici delle generazioni passate.

Dal libro Cuore, alla Lavagna Digitale è il nome di questa mostra online, che racconta moltissimo della nostra storia. Dal retro delle pagelle in cui compaiono manifesti fascisti, alla calligrafia perfetta con cui venivano scritti voti e commenti, alle diverse materie insegnate e sulla routine di una scuola sempre in evoluzione.

Chiunque fosse in possesso di documenti dei propri nonni, al posto che farli ingiallire e marcire nei solai, può decidere di inviarli al ministero in modo da ampliare la documentazione storica.

Oggi siamo arrivati alla lavagna digitale e si parla di sostituire gradualmente i libri cartacei con ebook e altri supporti digitali: è il grande scenario di cambiamento in cui si inserisce questa importante mostra.

Forse uno sguardo al passato può far scoprire la disciplina ferrea che vigeva allora e al contempo dare una base storica su cui lavorare per innovare un settore importantissimo non solo a livello culturale, ma anche economico.