Qualche riflessione e ringraziamento…
Vorrei approfittare di questo post discorsivo per fare una summa dell’attività di ItaliaIoCiSono fino ad oggi. Da quando ho incominciato non pensavo di arrivare a tanto in così poco tempo. Dal 14 novembre il blog è cresciuto e incomincia ad avere una buona base di articoli. Vorrei ringraziare tutti voi che vi siete iscritti: condividete la stessa passione ardente per la cultura del nostro paese e mi accompagnate in questo lungo e complesso viaggio.
Ad oggi siete 43 e il blog ha superato le 1000 visite, di cui una parte non indifferente anche da paesi europei insospettabili e di altri parti del mondo: segno che anche chi è all’estero manifesta interesse. So che può sembrare presuntuoso far sfoggio di questi numeri, ma è l’unico modo per rendere l’idea dei traguardi che abbiamo raggiunto anche grazie al vostro aiuto. I commenti sui post sono un prezioso contributo: permettono una maggiore estensione degli argomenti trattati e ci illustrano usi e costumi sconosciuti a noi che, alla fine, siamo un po tutti “forestieri”.
Un grazie sentito! Ora bando alle ciance e occupiamoci del vero argomento del post.
Paesi Extraeuropei: Americhe, Asia, Africa.
Quest’anno la Artigiano in Fiera mi è piaciuta: qualcosa è cambiato nell’allestimento e nei contenuti rispetto all’anno scorso. Per quanto riguarda la sezione extraeuropea, forse c’è qualcosa da rivedere. La sezione India è forse quella con l’allestimento più riconoscibile dell’Asia, con le insegne che delimitano l’isolato. Ci sono principalmente stoffe e tessuti ma anche oggettistica d’arredamento. L’Africa mostra le classiche statuette di legno e semilavorati del genere, mentre l’Usa viene rappresentata con solo due stand che vendono
insegne, targhe e improbabili cappelli da cowboy. Il Sudamerica si salva con il settore alimentare. Non possono mancare i ristoranti argentini che cucinano carne sanguinolenta, Cuba che stravede per i Mojito con la Bodeguita del Medio di Hemingwayana memoria. La Colombia vende il suo caffè sfidando apertamente l’ottima Arabica Brasiliana che piace tanto a noi italiani e alle nostre macchine per l’espresso. I paesi arabi ci mostrano buonissime e coloratissime spezie che neanche in un Suk a San’a’ e datteri che francamente lasciano un po a desiderare.. L’Asia è un po il punto debole. Si salvano i venditori di Tè nero cinese, ma il Vietnam, Thailandia e altri paesi del Sud-Est asiatico ci fan vedere stand di qualità non molto alta.
Paesi Europei.
Passando all’Europa, la Francia è la prima tappa obbligata perchè la mia dolce metà ne va matta. Posto perfetto per le coppie, la Francia vince come al solito per il miglior allestimento della Fiera a mio parere. Si passa dai venditori di lavanda a quelli di ostriche in settori ben definiti: o si mangia o si compra oggettistica. La Germania ci strappa il sorriso con indigeni vestiti alla bavarese che suonano la fisarmonica tra un boccale, che sembra più una cisterna, e l’altra. L’Olanda ci delizia con i biscotti allo zenzero mentre la Spagna con la dissetante Sangria. Finita l’area internazionale, eccoci arrivati al Bel Paese.
L’Italia.
Il Piemonte ci tenta con le decine di produttori di tartufo e derivati. Non basta una vita per provarli tutti, una bontà! Il vino dei piccoli produttori può sfidare quello delle famose cantine delle Langhe e il riso Vercellese ci fa sognare i risotti che ci piacciono tanto. L’Emilia Romagna stupisce per l’allestimento, secondo me vincitore per quanto riguarda l’Italia. Piacenza svetta sulle altre province: lotta impari, infatti le altre si scorgere appena dai visitatori a scapito dalle aspettative. Passiamo dai venditori di Malvasia ai farcitori di piadine, una goduria per gli occhi e per il palato. Passiamo alla Calabria, e veniamo bombardati dal salame piccante, la famosa Nduja e altre specialità a base di peperoncino.
Scappiamo in fretta perchè non resisto a lungo. Bergamo ci fa vedere i suoi formaggi, l’Abruzzo l’artigianato locale che si riprende dalla brutta botta del terremoto. Il Friuli, terra d’origine a cui sono legato, ci stupisce con la straordinaria offerta di produzione di vino locale. Vince il premio per la didattica, infatti c’è una grande area per convegni ed eventi riguardanti la degustazioni di vini e scoperta dell’enogastronomia in generale della regione.
La Campania è una delusione, non c’è molto dell’agroalimentare locale e l’area ha poca segnaletica. Dà l’idea di un allestimento poco curato, peccato. Questo non riguarda le pelletterie, a cui devo un bel portafoglio nuovo. La Toscana ci mostra il meglio di sè, dalla porchetta alla carta pregiata e dall’abbigliamento di stile al caciocavallo. Una nota sulla provincia di Sondrio, che merita la medaglia per il miglior sfruttamento dello spazio di tutta la Fiera. In pochissimi metri quadrati ci deliziano con la Bresaola giovane, un pezzo di Casera e l’artigianato di montagna. Sembra molto più grande e complessa di quanto in realtà sia, complimenti! La Puglia ci fa sentire la bellissima Pizzica e si sente tanto parlare di Salento. Molti produttori di prelibatezze. Milano anticipa i tempi con il panettone mentre Pavia ci mostra l‘Oltrepò.
Ora due giganti, la Sardegna e la Sicilia. Due allestimenti veramente molto belli. Il primo certamente lotta ad armi pari con l’Emilia Romagna e la supera addirittura con il brand Sardegna. Si vede che c’è dietro un progetto grafico e del supporto istituzionale (saranno queste le cose buone dello statuto speciale?). La Sicilia ci delizia con i cannoli, paste al pistacchio e buonerrime granite alla mandorla per concludere la visita.
Che dire, quest’anno è stata una Fiera degna del proprio nome. Consiglio a tutti di farci un giro, l’ingresso è gratuito e l’esperienza è importante. In più avrete un’occasione di comprare oggetti e cibo direttamente dal produttore: un buon modo per iniziare a rimettere in moto l’economia a partire da questo prezioso soggetto economico e, sopratutto, culturale.
Se volete parlare della vostra esperienza, non esistate a condividerla!
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