La parola del giorno: Timpano (o Frontone)

Oggi inauguriamo una sezione importante per Italiaiocisono e per tutti i lettori. L’idea che manda avanti questo sito è la diffusione della cultura italiana, ma talvolta si può far fatica a comprendere alcuni termini specifici dei diversi temi trattati. Per arricchire il nostro vocabolario e incominciare a chiamare le cose con il proprio nome, ecco qui la sezione “Parola del giorno”.

La parola di oggi è Timpano (o Frontone). I più esperti avranno capito che ci stiamo occupando di un termine architettonico, addirittura guardando alle origini di questa disciplina. Il Frontone è un motivo ornamentale a forma di triangolo che troviamo nei templi dell’Antica Grecia, incluso il celebre Partenone. Forse è la parte più caratteristica dell’architettura greca che ci rimane impresso, anche se possiamo facilmente ripescare dalla memoria i tempi delle elementari, dove per disegnare un tempio romano si iniziava per l’appunto a disegnare un triangolo.

Senza volerlo abbiamo dato per scontato un passo importantissimo nelle arti e non solo: l’assorbimento della cultura greca da parte degli Antichi Romani. Questi hanno assimilato le divinità e lo stile degli edifici religiosi, lasciando in eredità ai posteri uno stile che rivediamo molto spesso in correnti architettoniche successive. Ecco infatti che troviamo il frontone nell’architettura delle chiese romaniche, nelle rinascimentali ville palladiane e persino in edifici neoclassici.

Come esperimento si può provare ad elencare una serie di edifici nella città di provenienza che sfoggiano questo elegante motivo ornamentale: gli esempi di pregio non mancano di certo!

La Sala degli Arazzi del Palazzo Reale di Milano e il Riallestimento Firmato D&G

Dopo aver parlato del restauro del Ponte di Rialto da parte di Diesel, oggi parliamo di un altro intervento finanziato da un privato. Gli indigeni e molti forestieri conoscono bene le sale di Palazzo Reale, chi perchè è un assiduo frequentatore di mostre o chi perchè le ha scoperte recentemente visitando la mostra Costantino 313 D.C. o quella di Picasso.

Ebbene, la Sala degli Arazzi al primo piano verrà riallestita da Dolce&Gabbana entro il 31 maggio 2013. Il progetto prevede di trasformare la sala, oggi poco fruibile dal pubblico, in una zona living. Perdonatemi l’inglesismo, ma rende bene l’idea di come sarà allestita: aree di lettura e libreria dedicata all’arte. Dall’azienda verranno donati anche i materiali per l’allestimento e l’arredamento.

Ma li conosciamo davvero i due di Dolce&Gabbana? Quanto deve Milano a Domenico Dolce e Stefano Gabbana? La fondazione avviene nel 1985 a Legnano ma il sarto e il grafico decidono presto di trasferirsi a Milano, una delle capitali mondiali della moda. Da quel momento in poi tra sfilate e boutique aperte in tutto il mondo, D&G è diventato un marchio conosciuto a livello globale, oltre ad essere una delle tante firme di spicco del mondo della moda milanese. Nel 2011 il gruppo ha fatturato più di 1 miliardo di euro e non ha conosciuto crisi.

L’azienda quindi deve molto alla città e viceversa, per questo D&G ha deciso di restituire un po della ricchezza che è riuscita a ottenere. Investendo nella cultura e rendendo fruibile una sala del Palazzo neoclassico più famoso di Milano, Dolce e Gabbana si aggiunge alla lista delle grandi firme che riportano alla collettività ciò che le appartiene, ma in forma decorosa.