Un anno di Italiaiocisono.

Oggi, 14 novembre 2013, è un giorno importante per Italiaiocisono: si festeggia il primo anno di età del blog. Centoquarantasette articoli fa, con “Incomincia un viaggio nasceva un’avventura che mai avrei pensato potesse raggiungere così tante persone ed essere così condivisa. Italiaiocisono è figlia del proprio tempo. Ognuno di noi avverte il potente fascino di un grandissimo patrimonio materiale e immateriale, impossibile da tenere dentro di noi e non condividere con il mondo intero. Ed ecco quindi uno strumento, modesto nei numeri ma fortissimo nelle convizioni e nella partecipazione, che si è trasformato in una grande comunità dove discutere del nostro tempo e del nostro impegno a conservare e ampliare l’eredità di millenni di arte.

Venendo ai numeri, ad oggi si contano 2150 iscritti tramite WordPress, 216 su Twitter, e altri iscritti sulle piattaforme dove è possibile trovare Italiaiocisono. Le visualizzazioni sfiorano le 64.000 pagine, arricchite da quasi 1.400 commenti, con una media di 100 utenti unici giornalieri dai paesi più impensabili del mondo oltre che dall’Italia. Il viaggio, cui ho fatto riferimento nel primissimo articolo, è ancora in corso e proprio oggi abbiamo raggiunto una meta importantissima. Grazie a voi lettori, questa genuina voglia di cultura italiana e di valorizzazione assume un altro ordine di grandezza. La mia profonda gratitudine va a tutti voi, e colgo l’occasione per ricordarvi che in ogni momento potete proporre migliorie o dare suggerimenti inviando una mail all’indirizzo che trovate nella pagina contatti.

Spegnendo la prima candelina faccio fatica a immaginare tutti i luoghi in cui Italiaiocisono è stato letto e mi chiedo se mai un’iniziativa di questo genere possa veramente fare la differenza in un grande paese sordo al richiamo della cultura. Questa comunità è nata da un sogno ad occhi aperti di uno studente innamorato della parte migliore dell’Italia, e spero possa ispirare e avere ancora la forza per riscoprire la bellezza eterna di un paese a cui, purtroppo, piace farsi del male.

Grazie a tutti.

Vittorio Gregotti e l’archivio donato al Comune di Milano.

Vittorio Gregotti, classe 1927, é un nome noto dell’architettura italiana e internazionale che ha lavorato su numerosissimi progetti, applauditi da molti ma anche criticati all’interno di aspre discussioni. Nato a Novara, dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1952 Gregotti incomincia a scrivere per Casabella, una nota rivista di architettura, fino a diventarne direttore, e in questo periodo incontra i grandi architetti del tempo : Le Corbusier, Gropius e molti altri. Nel 1974 fonda la Gregotti Associati International e incomincia a progettare numerosi edifici.

Lo stile richiama il razionalismo italiano e le correnti moderniste. L’impronta la si puó notare sui numerosi edifici pensati dall’architetto novarese: la nuova sede degli Arcimboldi e della Pirelli in Bicocca a Milano, il centro culturale di Belem e il tristemente noto ZEN di Palermo. Lo scorso maggio, Gregotti ha fatto un annuncio importante: ha deciso di donare il suo archivio al Comune di Milano che lo collocherà all’interno del Castello Sforzesco. Si parla di oltre 44mila disegni completati tra il 1953 e il 2002, assieme a diverse piante e plastici dei suoi oltre 800 progetti che formano un patrimonio il cui valore si aggira intorno ai 3 milioni di euro.

La donazione si rivela una scelta molto intelligente per permettere anche ai meno appassionati di conoscere le idee del famoso architetto e il suo modo di pensare l’arte a cui ha dedicato la vita. Un archivio di qualità non rinchiuso in buie stanze a prendere polvere, ma ospitato in uno spazio lussuoso che con l’Expo 2015 sará vetrina del restauro della Sala delle Asse (affrescata da Leonardo) e del nuovo museo dedicato alla Pietá di Michelangelo. Opera di architetti contemporanei è l’allestimento museale che circonda attualmente la famosa scultura, questa volta dei milanesi BBPR ovvero il gruppo che é famoso principalmente per aver progettato la Torre Velasca.

Diversi mesi fa abbiamo parlato anche della scomparsa Gae Aulenti, sua cara amica, che sognava un archivio degli architetti a Milano. Non stupisce quindi che Gregotti sia andato in questa direzione, aprendo la porta ad altre donazioni per omaggiare una cittá che ha dato loro molto e che a loro volta hanno disegnato nel corso degli ultimi decenni.

Enrico Forlanini, Pioniere dell’Aviazione Italiana e Mondiale.

Di Leonardo ce ne può essere solo uno nella storia dell’umanità, ma forse una parte dell’illustre scienziato è rinata nella mente di Enrico Forlanini. Nato nel 1848 a Milano, figlio di un primario d’ospedale e fratello di un medico due volte candidato Nobel, il piccolo Enrico riceve un’istruzione militare. Assegnato ad una caserma di Casale Monferrato, crea in questo periodo i primi modelli di elicottero e, spinto da una irrefrenabile sete di conoscenza, decide di frequentare la Scuola di Applicazione del Regio Istituto Tecnico Superiore, il futuro Politecnico di Milano.

Appresi i fondamentali dell’ingegneria da maestri come il leggendario Giuseppe Colombo, Forlanini si laurea in ingegneria industriale. Dopo un breve periodo come insegnante viene trasferito in alcune città d’italia, ma nel 1877 ad Alessandria riesce a far volare l’elicottero da lui progettato fino a 13 metri d’altezza, il primo di metallo propulso da un motore a vapore. Negli anni successivi progetta aerei spinti da razzi e un aliante biplano, quindi viene assunto come impiegato nella ditta Stabilimento Gazogeno Fonderie Meccanica per poi diventarne il titolare. Qui ha modo di interessarsi seriamente ai suoi progetti, e si dedica al dirigibile: un mezzo che allora rappresentava il futuro, sviluppato da pionieri come Ferdinand von Zeppelin. I suoi dirigibili vengono acquistati dal governo britannico, dal Regio Esercito e dalla Regia Marina italiana.

Forlanini tuttavia esprime il genio con la più grande delle sue invenzioni: l’idroplano. Questo è il progenitore del moderno aliscafo ed è pensato come mezzo di addrestramento per piloti. Il primo prototipo a motore a scoppio arriva nel 1905, mentre nel 1910 viene introdotto nel mercato un modello che può ospitare 6 persone. Forlanini brevetta le sue creazioni negli Stati Uniti e nel Regno Unito,  contribuendo allo sviluppo dell’aeronautica con l’incessante produzione di idroplani.

Forlanini è stato un uomo spericolato e sportivo, amante degli sport estremi e dell’innovazione industriale.  Egli rappresenta una quelle https://i0.wp.com/www.storiadimilano.it/citta/milanotecnica/volo/linate20.jpgpersonalità che hanno fatto grande il nostro paese e il settore in cui hanno speso le proprie energie. Grande studioso dei progetti leonardeschi, ne ha incarnato lo spirito e lo ha sfruttato in un’attività industriale. Per ricordare la sua attività gli è stato dedicato l’Aeroporto di Linate, l’adiacente Parco ed un settore del Politecnico di Milano. A 83 anni dalla sua scomparsa, rendiamo onore ad un uomo che ha fatto volare l’Italia e il Mondo.

Codice Atlantico, il mondo di Leonardo.

Leonardo, fin da bambino, sentiva l’impulso di trascrivere tutto ciò che passasse per la sua testa. A cominciare dal suo primo disegno, ha trascritto tutto ciò che i suoi occhi osservavano o la sua mente elaborava. Passava senza problemi dalla quadratura del cerchio alla misurazione degli anni degli alberi. Talvolta questi passaggi erano bruschi, e tutte le elucubrazioni che avevano un posto nella sua mente dovevano trovare uno sbocco, uscire allo scoperto.

Ecco che Leonardo trascrive sistematicamente i suoi pensieri, non con una stesura formale ma praticamente come appunti. Come uno studente che ascolta il proprio maestro: il mondo e le sue leggi. Oggi fortunatamente ci sono arrivati molti suoi scritti, e la principale raccolta è il Codice Atlantico attualmente conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. In questa raccolta troviamo studi di Matematica, Biologia, Zoologia, Astronomia, Arti Militari. Tutti campi interessantissimi che dovrebbero essere visti individualmente.

A questo proposito, grazie a una grandiosa iniziativa dell’Ambrosiana, sarà possibile visionare i preziosi disegni fino al settembre del 2015 nella stessa Pinacoteca o nella Sala Bramante della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Senz’altro una visita obbligata per tutti gli estimatori del personaggio, e tutti gli appassionati delle tematiche trattate dal Genio.